L’estate di San Martino.

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Con questo post vogliamo portarvi in un vero e proprio viaggio che si svolgeva, fino a non molto anni fa, l’11 Novembre, il giorno di San Martino. Questa data a segnava la fine dall’anno agrario e del contratto di lavoro. Per i mezzadri la mancanza di rinnovo comportava anche perdita della casa. Era quindi il momento di “Fare San Martino”, ovvero traslocare!

Le stesse scene si ripetevano di cascina in cascina. Sulle strade sterrate procedevano lentamente carri agricoli, alcuni trainati da buoi o cavalli, altri a mano. Sui carri le poche proprietà delle famiglie contadine: qualche mobile, gli attrezzi da lavoro, una cassapanca per il vestiario, il legname, i polli nella stia, i conigli nella gabbia, le scorte di viveri e – per i più fortunati – anche un maiale. Mentre egli adulti seguivano a piedi il carro, i bambini e gli anziani erano sistemati alla meglio su uno dei veicoli. Questo periodo dell’anno è conosciuto come “Estate di San Martino”. Si narra che il Santo, durante un temporale, incontrò un mendicante vestito di stracci. La scena lo impietosì al punto di donargli il proprio mantello. Il gesto si carità fu premiato da Dio: la tempesta cessò, il vento smise di soffiare, le nubi si diradano e tornò a splendere un caldo sole. Il clima mite dell’Estate di San Martino è ottimo per fare i traslochi, che tuttavia non venivano vissuti con malinconia, ma si trasformavano in giorni di festa e di speranza, favorita dal consumo dell’ultimo vino “vecchio” per lasciare le botti pronte ad accogliere la nuova annata, perchè “a San Martino ogni mosto diventa vino” e si può iniziare a degustarlo, magari accompagnato dalle castagne arrostite.

Mentre si procedeva lei sui carri, alcuni contadini ne approfittavano per raccogliere i cosiddetti “rap ‘d San Martìn” (grappoli di San Martino), piccoli grappoli con maturazione tardiva che rimanevano sui tralci dopo la vendemmia. Le donne di casa, poi, li destinavano all’alimentazione familiare o per fare la cognà, che durante la stagione fredda sarebbe servita per accompagnare la polenta, il bollito, i formaggi o come marmellata speciale.