La magia del “Foliage”.

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Cambiano le temperature, le luci, i colori e gli odori che si fiutano nell’aria: è tempo di autunno in Langa. Dopo le prime piogge, quando le nebbie fumose che salgono lente dalle vallate cedono il cielo ad un blu intenso, basta un raggio di sole per infuocare le colline doglianesi. I filari si accendono in una magica sinfonia di rosso, arancione e giallo che si susseguono all’infinito, cambiando sfumatura in base al vitigno.

È il fascino del Foliage, di un momento in cui la natura esplode in tutta la sua bellezza regalandoci un gran finale. Il più suggestivo è forse il Dolcetto che – dopo averci donato i suoi dolci frutti – ci offre un ultimo grande spettacolo: le sue foglie, prima di cadere, si tingono di oro, bronzo, ocra e porpora. Le zolle scure dei campi già arati, l’imbrunire dei boschi, i prati ancora verdissimi completano lo scenario quasi surreale dell’autunno langarolo, che ci invita a fermarci e ad ammirare il tempo che scorre, inesorabile, verso l’inverno. Eppure è proprio l’autunno che, se da un lato porta con sé la malinconia di un ciclo che giunge verso la sua fine, dall’altro lato annuncia nuovi inizi.

“La libertà della foglia che abbandona il ramo è la responsabilità di tornare ogni primavera” Fabrizio Caramagna.