Bianca Lancia alla corte di Dogliani Castello.

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“Mi chiamo Bianca Lancia e oggi vi porto indietro nel tempo, circa nel 1100, quando il Castello di Dogliani, nobile fortezza medievale, era abitato dalla mia famiglia: i Marchesi Manfredi Lancia, famiglia aristocratica ghibellina del Piemonte. Sono sempre stata la figlia prediletta, un’amabile fanciulla, circondata da dame, cavalieri e servitori. Bionda con occhi azzurri, con questo mio essere così soave e angelico incantavo ogni passante doglianese che incontravo a corte o tra le strade del paese.  Purtroppo però la mia permanenza nel paese di Dogliani non durò a lungo… Per i grandi debiti che mio padre accumulò nel corso degli anni il castello nel 1196 fu ceduto a Bonifacio Marchese di Monferrato. Siamo stati costretti a scappare, a rifugiarci dove la gente non ci malediceva per i danni provocati al Castello. Scappammo, scappammo molto lontano. Fu un periodo aspro, duro, indimenticabile. Nostro padre ci lasciò privi di possessi. Io e mio fratello Manfredi II prendemmo un’altra via rivolgendoci a Federico II di Svevia Re delle due Sicilie e Imperatore di Germania. Vi dirò un segreto: l’incontro con lui cambiò le nostre vite ma soprattutto la mia. Sono stata l’unica donna che riuscì a conquistare veramente il suo cuore. Lo conobbi presso la sua corte, intorno al 1225 e fu subito un colpo di fulmine. Era bello, molto coraggioso, dai modi cortesi, era poeta e umo d’ingegno, ma soprattutto un uomo dal cuore ardente. Fui definita nimis pulchra sapete? Troppo bella. Non potendo convolare a nozze, mantenemmo una relazione clandestina, ma tutt’altro che segreta tanto che da essa nacquero i nostri tre figli: Giovanni III, Manfredi e Violante. Purtroppo non ebbi vita facile: i debiti di mio padre, il trasferimento, la relazione clandestina e per finire, fui rinchiusa nella torre del castello dall’aspra gelosia che Federico aveva nei miei confronti. Sul letto di morte, a soli 35 anni, convinsi il mio amante a sposarmi in articulo mortis  per la salvezza della mia anima e per il futuro dei nostri figli. Fui una donna, una madre e una moglie.  Da marchesa a donna dell’imperatore e poi madre del futuro Re di Sicilia. Dogliani, il paese dove sono nata avrà sempre un posto nel mio cuore.”

La storia raccontata è frutto di ricerche sulla figura di Bianca Lancia e sulla sua vita.